Lasciando Westport e attraversando le terre del Mayo molti non sanno di viaggiare su strade un tempo percorse da uomini leggendari, teatro di battaglie e di conquiste, di lotte e di tragedie.
Attorno a voi solo prati verdissimi e piccole lagune che si nascondono negli anfratti di una costa frastagliata quanto indomita. Qui, camminando verso Achill Island, c’è una minuscola stradina, quasi insignificante a vedersi: in mezzo a colline ondulate e a distese di erba rugiadosa, proprio dietro a una curva birichina, appare, agli occhi del viaggiatore perplesso, una piccola visione.
La vista da quel punto è quasi perfetta: una composizione armonica di forme, colori, prospettive, un equilibrio talmente esemplare che sembra scaturire dalla tela di un pittore o dall’inquadratura maniacale di un film diKubrick. Siamo davanti a Rockfleet Castle.
E’ una torre più che un castello, un maniero appoggiato delicatamente sulla sponda di una piccola laguna: una sentinella vigile che scruta l’orizzonte e sorveglia il mare impetuoso. Il colore centenario della pietra si riflette sullo specchio d’acqua in una simmetria perfetta e contrasta con il blu intenso dell’acqua, il verde accecante dei prati e l’azzurro striato di bianco di un cielo color celeste. Le nuvole scorrono veloci trascinate dal vento dell’oceano e il sole appare e scompare giocando con la luce e i colori, un caleidoscopico girare.
Non ci sono case, non ci sono turisti, solo il richiamo dei gabbiani e il fruscio della risacca sulla riva. Quella che vedrete non è una torre qualsiasi, ma la dimora e la fortezza di una grande donna leggendaria, che ha sfidato re, leggi e ma soprattutto il pregiudizio degli uomini: Grace O’Malley, chiamata anche la regina del Mare di Connemara.
Cresciuta accanto al padre sul bordo di una nave, nuotava, combatteva, comandava e si faceva rispettare come un uomo, una piratessa leggendaria che faceva tremare i velieri inglesi: mai domata, mai vinta, sempre ardita nelle scelte e nella difesa strenua della sua libertà.
E qui, a Rockfleet Castle scelse di vivere, per stare vicino alla sua gente e a contatto con la cosa più importante della sua vita, il mare. E non posso non immaginarla scrutare l’orizzonte dalla finestra, passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia, annusare l’aria salmastra in attesa di una tempesta. O di una nuova battaglia.