Il cinema si è spesso interessato all’Irlanda, grazie alla sua natura selvaggia e alla sua storia travagliata, una terra di contrasti sociali e di conflitti mai sopiti del tutto.
Grandi attori, registi prestigiosi e storie complesse si sono alternati per narrare drammi sociali, storie d’amore e spaccati di vita.
Abbiamo raccolto per voi i film più significativi che raccontano il mondo irlandese in tutte le sue sfaccettature.
L’Irlanda è stata la cornice e il soggetto perfetto per storie davvero indimenticabili.
Siamo nel 1921 e l’Irlanda è sull’orlo della guerra civile.
Jimmy Gralton aveva costruito nel suo paese di campagna un locale dove si poteva danzare, fare pugilato, imparare il disegno e partecipare ad altre attività culturali. Tacciato di comunismo era stato costretto a lasciare la propria terra per raggiungere gli Stati Uniti. Dieci anni dopo Jimmy vi fa ritorno e sono i giovani a spingerlo a riaprire il locale. Gralton è inizialmente indeciso ma ben presto cede alle richieste. Chi gli era stato ostile in passato torna a contrastarlo.
Ken Loach torna nell’Irlanda, che già aveva messo al centro del suo cinema ne Il vento che accarezza l’erba e lo fa con la sua solita delicata maestria.
Stephen Frears racconta la vicenda delle Magdalene Sisters dal lato del perdono, con un’amara vena di umorismo e una storia realmente accaduta.
Nell’Irlanda del 1952, Philomena resta incinta da adolescente. La famiglia la ripudia e la chiude in un convento di suore a Roscrea. La ragazza partorirà un bambino che, dopo pochi anni, le verrà sottratto e dato in adozione.
Dopo tanti anni, nel 2002, Philomena ormai anziana, vive nel dolore di non sapere dove si trovi il figlio perduto e cosa ne sia stato di lui.
Troverà aiuto in un giornalista che è stato silurato dall’establishment di Blair e che accetta, seppur inizialmente controvoglia, di aiutarla nella ricerca. Gli ostacoli frapposti dall’istituzione religiosa saranno tanto cortesi quanto depistanti ma i due non si perderanno d’animo.
Il film, premiato con il Leone d’Oro di Venezia, svela una pagina nera dell’Irlanda cattolica del 1964 raccontando 4 storie realmente accadute.
All’epoca ragazze troppo “vivaci e belle”, ragazze-madri, donne violentate, orfane o con problemi mentali venivano rinchiuse dalle famiglie “offese” in uno dei conventi Magdalene gestiti dalle sorelle della Misericordia.
Per espiare i loro peccati le ragazze venivano costrette a lavorare fino allo stremo delle forze nelle attività commerciali gestite dalle suore (come le lavanderie) e a subire ogni genere di violenza fisica e psicologica. Il film è un vero pugno nello stomaco per le coscienze dell’Europa progressista e liberale.
L’ultima di queste strutture, veri e propri luoghi di tortura, ha chiuso i battenti solamente nel 1996.
Cheyenne è una rockstar del passato.
All’età di 50 anni si veste e si trucca ancora come quando saliva sul palcoscenico e vive agiatamente, grazie alle royalties, con la moglie Jane a Dublino.
La morte del padre sarà la chiave di volta per un lungo processo di maturazione che lo porterà ad attraversare gli Stati Uniti per concludere un percorso di ricerca iniziato da padre. Infatti scoprirà che l’uomo aveva un’ossessione: vendicarsi per un’umiliazione subita in campo di concentramento.
Siamo a Belfast negli anni ’90.
Colette è una madre single che proviene da una famiglia militante dell’IRA. Quando viene arrestata dalla polizia complicità, un agente dell’MI5 le offre la possibilità di non finire in prigione e di perdere il figlio, a patto di collaborare diventando una spia del governo.
Un attentato che i suoi compagni stanno preparando sarà un’occasione perfetta per dimostrare la sua volontà di collaborare. Ma il rischio di essere scoperta dall’IRA sarà altissimo.
La vicenda si svolge nell’Irlanda del diciottesimo secolo.
Albert Nobbs è il miglior cameriere di Dublino e lavora in un albergo prestigioso della città.
La sua vita è totalmente dedicata alla professione: il suo sogno è quello di aprire un domani una sua attività commerciale. Ma Albert Nobbs cela però uno sconvolgente segreto: è una donna. L’arrivo di un pittore per rinnovare gli interni dell’albergo farà vacillare la sua copertura ma Nobbs troverà una persona capace di aiutarla a sopportare la frustrazione e il dolore di una condizione così disperata. La donna potrà così tornare a costruire il proprio futuro.
Il 26 giugno 1996 la giornalista dublinese Veronica Guerin fu uccisa in un agguato da un killer, inviato dalle gang di spacciatori che infestavano la capitale irlandese e soggiogavano la sua gioventù.
Questo fu il risultato dei reportage scottanti che la giornalista aveva scritto negli anni precedenti: adorata dai lettori, ostracizzata dai colleghi, inascoltata dal governo che una settimana dopo la sua morte, in una sessione straordinaria, approvò una legge anti-droga che contribuì a sconfiggere i trafficanti.
Joel Schumacher, con piglio cronachistico, ha scelto una vicenda di cronaca poco nota al di fuori dei confini irlandesi e l’ha affidata alla bravura di Cate Blanchett, da sempre orientata ad interpretare ruoli di donne coraggiose e straordinarie.
Ambientato a Castletownbere, vicino a Cork, Ondine narra la vicenda di Syracuse (Colin Farrell), un pescatore ex alcolista che vive da solo con la figlia Annie (Alison Barry) affetta da una grave insufficienza renale e costretta su una sedia a rotelle. L’esistenza dell’uomo è triste ed infelice fino al giorno in cui, durante una battuta di pesca, trova una bellissima donna (Alicja Bachleda) imprigionata nella sua rete, che non ricorda nulla del suo passato e che non vuole farsi vedere da nessuno.
Ma la piccola Annie scoprirà la ragazza e una serie di strani fenomeni, fra cui la pesca quasi miracolosa che si verifica ogni qual volta lei canta, la porteranno alla convizione che sia una “selkie”, una creatura mitologica della tradizione irlandese che ricorda la figura della sirena. Ovviamente l’uomo si innamorerà della fanciulla e il lieto fine sarà inevitabile, come vuole il rituale delle favole.
Patrick Brady è nato dalla relazione clandestina tra un prete cattolico e la sua governante. Abbandonato dalla madre, fuggita a Londra, e affidato dal padre alla tabaccaia del paese, Patrick mostra fin da piccolo una sensibilità femminile che si traduce in gesti appariscenti, travestimenti e maquillage molto vivaci.
A causa della sua indole viene ripudiato sia dai genitori naturali che dalla madre adottiva e cresce con un gruppo di amici senza regole e senza guide. Dopo la morte violenta di un amico, Patrick completa la sua trasformazione e diventa Kitten: decide così di partire per Londra per ritrovare sua madre ma il viaggio si rivelerà una scoperta sorprendente.
Neil Jordan torna sulle storie di frontiera, nell’Irlanda degli anni ’70, occupata dagli inglesi e rivendicata dall’IRA: il regista esplora le zone grigie dei confini sociali e sessuali, il conflitto tra tradizione cattolica e modernità, un modo nuovo e diverso per esplorare la “questione irlandese” e il conflitto di identità attraverso il travestitismo.
In Irlanda Jody, un soldato inglese di colore, viene rapito da un gruppo appartenente all’Ira.
Durante la sua prigionia il soldato intreccia un rapporto di amicizia con uno dei rapitori, Fergus. Quando il gruppo militare deciderà l’esecuzione del prigioniero, Fergus lascerà scappare Jody che nella fuga morirà investito da un blindato inglese in transito fra i boschi.
Lasciati i compagni, Fergus si trasferisce a Londra per cercare di dimenticare i propri rimorsi e per adempiere a una delle ultime volontà di Jody: proteggere la moglie Dil che fa la parrucchiera e frequenta il bar Metro. A lei Fergus deve portare l’ultimo messaggio d’amore di Jody.
Tratto dal romanzo autobiografico di Frank McCourt e interpretato in maniera eccezionale da Robert Carlyle e Emily Watson, è la storia dolorosa di una famiglia che lotta per la sopravvivenza emigrando da New York a Limerick, in Irlanda dove dovranno affrontare un lungo e doloroso percorso di riscatto sociale.
La città di Limerick è una delle protagoniste del film: Michael Seresin, il responsabile della fotografia, è riuscito a restituire l’immagine più autentica di quel periodo: un’Irlanda buia, senza quel verde e quegli squarci di cielo così impressi all’immaginario turistico. È, al contrario, un’Irlanda umida e battuta da una pioggia torrenziale che annulla i colori e li trasforma in un’unica tinta cupa, sottofondo di contesti urbani poverissimi.
Sono possibili walking tour prenotabili presso l’ufficio del turismo che toccano i punti principali in cui si svolgono le scene del film.
Ex promessa del ring, ex membro dell’IRA, l’irlandese Danny esce dal carcere dopo quattordici anni e torna nel quartiere cattolico di Belfast dove Maggie, sua ex ragazza, ha sposato un suo amico, anch’egli carcerato per motivi politici, ed è madre di un ragazzino. Il loro è l’incontro tra due prigionieri (delle leggi tribali, del dovere, dell’intolleranza, del sospetto), due solitudini, due vittime.
Sebbene la vicenda si svolga nell’Irlanda del Nord, nel quartiere cattolico di Belfast, le riprese si sono svolte prevalentemente a Dublino, nei vari quartieri della città.
La seconda opera dell’irlandese J. Sheridan è ambientata nella contea del Galway nel cuore del Connemara, fra il fiordo di Leenane, la Clifden Road e le Aasleigh Falls.
Il film racconta l’ossessiva passione di un burbero contadino irlandese per il suo pezzo di terra: un film poetico accompagnato da una colonna sonora strepitosa con paesaggi di contorno davvero suggestivi.
Nella Dublino anni ’30 nasce Christy Brown, un bambino cerebroleso.
Il padre è un iroso frequentatore di pub e la madre ha passato quasi tutta la vita incinta: questo bambino apparentemente senza speranze un giorno esce dal suo silenzio e inizia a scrivere la parola “mamma” tenendo un gesso fra le dita del piede sinistro.
Da quel momento la sua vita inizierà a cambiare e grazie a lenti ma costanti progressi intellettuali e cognitivi, diventerà un pittore e uno scrittore di successo.
Film drammatico che regala la superba interpretazione dell’attore Daniel Day Lewis che per questo ruolo vincerà un meritato premio Oscar.