Contrariamente a quanto si crede, il gaelico parlato in Irlanda non è simile al bretone ma appartiene al gruppo gaelico che comprende: il gaelico irlandese, il gaelico di Scozia e il gaelico dell’isola di Man. Se gli irlandesi usano la parola irish per evocare la loro lingua, tutti gli altri usano il termine “gaelico”.
Lingua principale per molti secoli, il gaelico vede l’inizio del suo declino nel XIX secolo con la massiccia penetrazione dell’inglese, dell’ideologia e del modo di vita dell’occupante britannico
Un colpo fatale gli fu inflitto dalla Grande Carestia dal 1844 al 1850, che fece circa un milione di vittime e costrinse altrettante persone a emigrare, scompaginando completamente la società rurale irlandese.
Attualmente, se il 30% degli irlandesi parla più o meno correttamente il gaelico imparato a scuola (obbligatorio alle elementari), questo non rimane in vita, come lingua madre, nel 3 o 4% della popolazione che vive nel Gaeltacht, mosaico di piccoli pezzi di territorio dove questa lingua predomina sull’inglese. Le sacche principali si situano nel Kerry, nel Connemara e nel Donegal, ma si trova qualche villaggio di lingua gaelica anche nella contea di Meath, a meno di 50km da Dublino!
Questa lingua, molto complessa e difficile da pronunciare per gli italiani, avrebbe finito molto lentamente per scomparire se un movimento culturale non avesse tentato di salvarla. Non si trattava di soppiantare l’inglese ma di riscoprire piuttosto un’identità culturale nazionale e di restituire a un popolo sfruttato il senso della sua diversità e della sua unità.
Ai nostri giorni, il gaelico vive una grande contraddizione. Da un lato, ogni anno diverse migliaia di “studenti” estremamente motivati si recano durante l’estate nel Gaeltacht e si riavvicinano alla lingua con una pratica vivente. Esistono già da qualche anno le Gaelic Schools: il gaelico è la lingua principale e l’inglese non è che un insegnamento alla stessa stregua della matematica o della musica.
Una curiosità: i prigionieri repubblicani delle regioni del Nord , principalmente originari dell’Ulster dove il gaelico non viene parlato del tutto, ricominciano a studiarlo, prima di tutto per riaffermare la loro identità e in secondo luogo per comunicare tra loro. Un bel vantaggio, visto che la maggior parte dei secondini non capisce una parola di gaelico!
L’altro termine della contraddizione è che il gaelico non appare più come indispensabile agli occhi di molti e che il suo uso quotidiano non coinvolge ormai più di 120.000 persone.
Essendo materia di studio obbligatorio a scuola e risultando dunque come un obbligo, oltre a non essere necessario nella vita quotidiana, provoca in un elevato numero di persone una reazione di rigetto. Perché possa esser nuovamente amato, dovrebbe venire proibito! Da buoni Celti, gli irlandesi sono più a loro agio all’opposizione piuttosto che nella maggioranza!