Un poema epico è connotato dalla parola gaelica Tàin.
Il più famoso è il Tàin Bó Cuailnge, in italiano “Il furto di bestiame di Cooley”. È il poema cardine della mitologia irlandese, al punto che viene chiamato semplicemente The Tàin.
Alcuni ricercatori hanno ritrovato le basi storiche di questo racconto che canta la distruzione del regno dell’Ulster, catastrofe che accadde realmente nel II secolo della nostra era e dalla quale l’Ulster non si è mai riavuto.
La storia racconta della guerra tra i reami dell’Ulster e del Connaught. A causarla fu la regina Maeve del Connaught che lasciò il marito, re dell’Ulster, e sposò Eochaid, re del Connaught, per poi innamorarsi del giovane nipote di quest’ultimo, Aillil, che ucciso lo zio salì al trono al fianco della regina.
Aillil possedeva il Toro dalle Bianche Corna, simbolo di potere e ricchezza. Ma Maeve non poteva sopportare che qualcuno avesse più di lei. Così, per essere pari al marito, decise di inviare le sue truppe per rubare l’ambito Toro Bruno di Cooley, invadendo di conseguenza l’Ulster.
Ma a scongiurare l’invasione intervenne il terribile guerriero Cù Chulainn, figlio del dio sole Lugh, che riuscì a sventare il complotto avendo la meglio sui nemici.
La regina Maeve non tardò però a vendicarsi e, per mezzo di alcuni stregoni, portò Cù Chulainn alla morte.
La storia di Cuchulainn canta che, a sette anni, quando ancora si chiamava Setanta, uccise il cane feroce di Culainn il Fabbro colpendolo con un bastone da hurling (è una delle prime volte in cui viene citato questo sport).
Per placare l’ira di Culainn, Setanta si offrì di fare le veci del suo cane sorvegliandone la casa. Così acquisì il nuovo nome di Cuchulainn, che significa il cane di Culainn.
Prima di andare in guerra, Cuchulainn assunse proporzioni enormi, il suo corpo si tinse di vari colori e uno dei suoi occhi s’ingigantì.
Oggi, nel GPO di Dublino, una statua eli Cuchulainn commemora gli eroi dell’Insurrezione di Pasqua del 1916 (vedi la sezione Storia).
II guerriero Finn MacCool è il più famoso comandante delle Fianna, compagnie di uomini prodi e valorosi che difendevano l’Irlanda dalle invasioni nemiche. Finn non era solo forte e audace, ma anche veggente, e acquisiva grande saggezza introducendo il pollice in bocca e succhiandolo. Quando non erano in guerra, i Fianna trascorrevano il loro tempo cacciando. Finn possedeva un cane di nome Bran che era alto quasi quanto lui.
Si dice che esso sia il capostipite della razza canina nota come Irish wolfhound.
Molti membri delle Fianna possedevano poteri soprannaturali e compivano spesso esperienze ultraterrene. Il figlio di Finn, Ossian, non fu solo un valoroso guerriero come il padre, ma si distinse anche per le sue doti di saggio poeta. L’iconografia tradizionale raffigura Finn come un gigante e la leggenda vuole che egli sia il costruttore della Giant’s Causeway (Strada del gigante) nella Contea di Antrim.
Uno dei racconti più tristi della tradizione irlandese narra di re Lir, che amava tanto i suoi quattro figli da fare impazzire di gelosia la loro matrigna.
Un giorno ella condusse i bambini in riva a un lago e gettò un incantesimo su di loro trasformandoli in cigni bianchi costretti a vivere nelle acque d’Irlanda per 900 anni. Dopo aver fatto ciò, la matrigna, tormentata dal rimorso, fece loro dono di una voce leggiadra.
La fine dell’incantesimo coincise con l’avvento del Cristianesimo.
I quattro bambini riacquistarono forme umane, ma erano così deboli che morirono in breve tempo, non prima però di essere battezzati.
Re Lir ordinò allora che nessun cigno dovesse essere ucciso in Irlanda, atto ritenuto tuttora illegale.
Brandano il navigatore, come tanti altri monaci del VI secolo, viaggiò molto. Sebbene vivesse nell’Irlanda occidentale, egli visitò il Galles, la Scozia e la Francia. È però assai probabile che il suo viaggio più famoso sia solo frutto della fantasia.
La leggenda narra di un gruppo di monaci che, dopo aver navigato per sette anni facendo ogni sorta di incontri con lo scopo di mettere alla prova la loro fede, trovarono la Terra Promessa. La storia è in realtà una revisione cristiana dei racconti celtici sull’aldilà.
Il 16 maggio la festa di San Brandano è celebrata nel Kerry con la scalata sul Monte Brandon.
Tra i racconti complementari, figura al primo posto una delle più belle storie d’amore della letteratura europea, una delle Three sorrowful Tales of Ireland («Le tre tristi storie d’Irlanda»), quella di Deirdre, il cui nome in gaelico significa «dolore». Complessa e piena di nuovi sviluppi, mischia amore, profezie, sogni, rivalità, intrighi e combattimenti.