Nonostante il colore sia simile a quello della birra, è un estratto di mela leggermente alcoolico, popolarissimo in Irlanda. È molto rinfrescante e solitamente viene servito in bottiglia con una pinta piena di cubetti di ghiaccio a parte. Uno dei più diffusi è il Bulmers, che si trova spesso alla spina.
E’ un liquore a base di quattro alcol forti e di quattro erbe aromatiche, con aggiunta di miele di brughiera, che arriva ad avere ben 36°.
In Irlanda, si trova praticamente in tutti i pub. Il sapore è deciso con una nota di dolcezza. Da non perdere.
Sono misture di liquore di whiskey e panna, molto cremose e dolci. Il Baileys (18°) è forse la crema di whiskey più conosciuta al mondo, dal gusto particolarmente dolce.
Simile al Baileys c’è lo Sheridan’s, vicino come gusto ma scuro come la Guinness!
L’Irish coffee è un caffè molto lungo, corretto con una buona base di whiskey e ricoperto con un pò di panna montata.
Un vero Irish coffee si prepara in un grande bicchiere, precedentemente riempito di acqua calda per portarlo alla giusta temperatura. Si versa 1/3 di whiskey, 2/3 di caffè bollente zuccherato con zucchero grezzo di canna e panna fresca che bisogna far colare lentamente sul dorso di un cucchiaio perché non si mischi con il caffè. Si assapora lentamente. Il segreto consiste nel mischiare molto bene lo zucchero.
Il beveraggio venne inventato da Joe Sheridan, un barman dell’aeroporto di Shannon, la grande base militare americana. La moda risale alla guerra del 40, periodo durante il quale lo si faceva bere ai piloti americani che avevano attraversato l’Atlantico.
Il poteen è un’acquavite fabbricata clandestinamente in Irlanda. La tradizione risale a molto tempo fa e si crede che nel XVIII secolo, in alcune zone, una famiglia su due avesse il proprio alambicco.
Vi si distillava un liquido ottenuto dalla spremitura a freddo delle patate, e mischiato per molte settimane ad acqua, zucchero e lievito.
L’Inghilterra tentò in tutti i modi di proibirlo e introdusse addirittura, nel 1760, una legge che dichiarava punibile la distillazione illegale. Inoltre, nel 1800, vennero emesse alcune restrizioni alla fabbricazione del whiskey per i distillatori irlandesi ufficiali, affinchè si bevessero soltanto i prodotti inglesi. Ne risultò un notevole aumento delle distillerie clandestine. Per dare un’idea, nel 1816 non ci furono meno di 531 processi nella sola contea di Donegal.
Fare dell’alcool clandestino era diventata una delle forme di resistenza del popolo irlandese. La repressione, la Grande Carestia e le campagne del clero contribuirono, a partire dal 1850, alla diminuzione del fenomeno, che divenne quasi marginale dopo le lotte agrarie e la redistribuzione della terra ai contadini irlandesi.
Negli anni 40, alcuni detenuti riuscirono a distillare in prigione.
Va sottolineato che l’emigrazione irlandese negli Stati Unti portò con i bagagli le proprie buone abitudini e contribuì enormemente allo sviluppo del famoso moonshine (perché viene fatto di notte, discretamente, al chiaro di luna!).
Attualmente, nelle montagne del Donegal, del Connemara e in altre zone, si continua per tradizione a fare il poteen, con tutto quello che capita tra le mani: orzo, malto, ma non lo troverete al pub all’angolo. Bisogna necessariamente conoscere qualcuno che conosca qualcun’altro che…
Se un giorno verrete invitati a un shebeen (un pub clandestino), forse potrete assaggiarlo; se avrete questa fortuna prendete il bicchierino in una mano e tenetevi stretti alla gamba del tavolo con l’altra, perché è davvero forte! E non lasciatevi tentare dallo pseudopoteen venduto nei negozi… è solo per turisti!