Dopo un secolo di colonizzazione britannica e anche di rivolte irlandesi, il governo inglese ritenne che era tempo di “normalizzare” la situazione dando al paese un quadro giuridico. Questo intento si tradusse inizialmente in nuove confische di terra. Vennero in seguito emanate le inique “leggi penali“, una forma ineguagliata di oppressione di una minoranza in uno Stato di diritto, approvate nel 1695 dai nobili protestanti ansiosi di consolidare il loro potere e preoccupati dalla prospettiva che Luigi XIV potesse tentare di invadere l’Irlanda.
Note anche come codice del papista, queste leggi proibivano ai cattolici di acquistare la terra, di insegnare ai figli la loro religione e di accedere all’esercito, alla marina e alle professioni legali.
La cultura, la musica e l’istruzione irlandese furono bandite.
l cattolici non erano eleggibili, e neppure elettori, esclusi dall’esercito, dai pubblici servizi, dalla magistratura e da tutte le professioni liberali.
I preti dovevano prestare giuramento e potevano dir messa soltanto previa autorizzazione. Proibizione all’insegnamento del gaelico, all’acquisto di terre, di ereditare da un proprietario protestante, di possedere un cavallo che valesse più di cinque sterline.
La massa cattolica diventa praticamente fuorilegge.
Allora nacque per i cattolici “l’Irlanda segreta“. Quella delle messe clandestine e delle hedge schools, letteralmente “scuole delle siepi e dei cespugli”. L’insegnamento del gaelico veniva impartito nei boschi.
Molti cattolici appartenenti alle classi istruite si convertirono alla religione protestante per non rovinare la propria carriera e perdere le ricchezze.
Dopo il 1715 circa, le norme religiose contenute nelle leggi penali cominciarono ad essere impiegate con minore severità, sebbene molte delle limitazioni concernenti l’occupazione e le cariche pubbliche fossero ancora in vigore. Una maggioranza considerevole della religione cattolica era costituita da affittuari che vivevano in condizioni misere. Nella metà del XVIII secolo i cattolici possedevano meno del 15% della terra in Irlanda e nel 778 solo il 5%. Molti cattolici della classe media cominciarono a dedicarsi al commercio.
Si aggiunse a questo insieme di misure la proibizione di esportare lana e prodotti manifatturieri. In casi eccezionali, questi dovevano obbligatoriamente transitare attraverso i porti inglesi dove venivano pesantemente tassati. Gli inglesi mettevano così a punto il modello di sfruttamento che esporteranno poi nelle loro colonie.
Ma gli anglo-irlandesi protestanti, che soffrivano a causa di queste misure commerciali contro le loro esportazioni, arrivarono a nutrire un violento risentimento contro la “madre patria”. Il loro parlamento a Dublino aveva però poco potere. Tutti i bambini inglesi nati in Irlanda diventavano a loro volta sospetti e discriminati. Swift fu uno di loro. Con allusioni nascoste, il suo I viaggi di Gulliver non mancava di sottolineare la condizione dei suoi concittadini ( “deportati o sterminati, i loro principi venivano torturati fino a rivelare dove era nascosto il loro oro; veniva data piena licenza a tutti gli atti di crudeltà; e questa odiosa truppa di macellai era una spedizione coloniale moderna, inviata a convertire e colonizzare un popolo idolatra e barbaro” ).
Eletto al parlamento di Dublino, un avvocato protestante, Henry Grattan (la sua statua si trova di fronte al Trinity College), fondò nel 1759 il partito dei Patrioti che lottò per l’abrogazione delle leggi penali.
Fu la guerra d’Indipendenza americana a contribuire in maniera rilevante alle trasformazioni politiche e sociali dell’Irlanda.
Obbligata a richiamare truppe dall’isola, l’Inghilterra fu costretta a numerose concessioni. Dal 1778 al 1783, le leggi penali vennero ammorbidite e le restrizioni al commercio vennero soppresse. Nel 1782, Londra dovette restituire parte dei poteri al parlamento irlandese… che abrogò immediatamente le leggi penali e restituì ai cattolici il diritto allo studio e alla proprietà, senza tuttavia restituire loro i diritti politici.
Nuovamente libera di commerciare, l’Irlanda conobbe in questa fine del XVIII secolo un relativo periodo di prosperità. Dublino e le grandi città del paese si ornarono di belle case georgiane e di monumenti prestigiosi (Custom House, Four Courts a Dublino). Restava un’anomalia: un paese per 9/10 cattolico retto da un parlamento al 100% protestante!