Il lavoro alla pari è uno dei modi più diffusi fra i giovani europei per trascorrere un periodo all’estero. Le prime giovani au pair che si riscontrano nella storia risalgono ai primi del 1900: infatti alcune ragazze inglesi, provenienti di solito da Londra, decisero di andare a vivere in Francia per un anno (a Parigi) per migliorare il loro inglese. Dal 1920 al 1940, quest’idea divenne sempre più popolare nell’Europa occidentale.
La formula generale del lavoro alla pari è questa: ci si inserisce all’interno del nucleo famigliare con gli stessi diritti, ma anche con gli stessi doveri, degli altri componenti. Alla pari, appunto.
L’Au pair è diventato ormai una figura specifica che si distingue sia dallo studente che dal lavoratore. I programmi alla pari nascono per l’apprendimento o il miglioramento di una lingua straniera a stretto contatto con persone madrelingua.
Per molti giovani, l’idea di lavorare alla pari è affascinante e molte famiglie hanno bisogno di aiuto per occuparsi dei loro bambini. L’idea di lavorare alla pari oggi è famosa in tutto il mondo e più di 300.000 ragazze alla pari sono ospitate da famiglie in tutto il mondo.
Una ragazza/un ragazzo au pair è un giovane che desidera vivere in una famiglia di un Paese straniero per imparare la lingua e conoscere una nuova cultura.
Il lavoro alla pari quindi consiste nell’essere ospitati in una famiglia irlandese ed aiutarla ad accudire i bambini ed a sbrigare leggere faccende domestiche in cambio di vitto, alloggio e una variabile retribuzione. L’apprendimento della lingua e della cultura straniera si svolge di solito nell’ambito del contatto con l’ambiente familiare e nel gioco e nella cura dei piccoli della famiglia.
L’età richiesta è di solito compresa tra i 18 ed i 27-30 anni.
Normalmente le famiglie preferiscono che i ragazzi alla pari siano celibi/nubili, senza figli e con una buona conoscenza di base della lingua della lingua inglese per poter interagire in maniera naturale e fluente con tutti membri della famiglia.
Altri requisiti preferenziali sono il possesso della patente (per poter fare la spesa, accompagnare i bambini a scuole o alle attività ricreative), le precedenti esperienze lavorative nel settore dell’assistenza di bambini e gli eventuali studi conseguiti (ancor meglio se in ambito pedagogico).
Le mansioni all’interno dell’ambiente familiare sono semplici: consistono di solito nell’aiutare i bambini a vestirsi, accompagnarli a scuola e da scuola a casa, intrattenerli con giochi ed altre attività, seguirli con i compiti scolastici. La famiglia richiede anche la capacità di preparare dei pasti semplici, sistemare la propria stanza e quella dei bambini, occuparsi delle faccende domestiche collaborando alla gestione della casa.
Durante il periodo di soggiorno il giovane alla pari può frequentare corsi o scuole di lingua, i cui costi sono sempre a suo carico salvo diversi accordi con la famiglia. Anche le spese di viaggio di andata e ritorno e gli eventuali spostamenti in Irlanda vengono completamente coperte dalla ragazza au pair.
Il consiglio che vi diamo è di mettersi d’accordo fin da subito con la famiglia ospitante per concordare i dettagli del lavoro: numero di bambini da accudire, le tipologie di faccende domestiche da espletare, durata della collaborazione, l’eventuale contributo spese, numero di sere libere a settimana.
Generalmente la durata minima del soggiorno è di 3 mesi per un monte ore di lavoro che si aggira intorno alle 36 ore settimanali.
Occorre offrire la propria disponibilità per un periodo che varia da un minimo di due a un massimo di dodici mesi (eventualmente prorogabile per altri dodici).
Le famiglie richiedono, di consuetudine, una durata del soggiorno minima di sei mesi, ma anche nove o dodici, con partenza all’inizio dell’anno scolastico o a gennaio.
Può anche succedere che le famiglie richiedano una collaborazione per periodi brevi, di due-quattro mesi, in corrispondenza del periodo estivo, da agosto a settembre fino a Natale.
Il periodo di partenza dipende dagli accordi presi con l’agenzia o con la famiglia ospitante. Comunque è in genere fissato per i primi mesi dell’anno scolastico o al massimo a gennaio.
L’au pair costituisce una categoria specifica che non è identificabile né come quella di studente, né come quella di lavoratore. I programmi alla pari sono progetti di scambi culturali per l’apprendimento e/o il perfezionamento di una lingua straniera.
In ambito europeo, il collocamento alla pari è regolato dall’Accordo di Strasburgo adottato dal Consiglio d’Europa il 24/11/1969.
Per un cittadino dell’Unione Europea è possibile soggiornare in Irlanda senza nessuna particolare procedura.
Gli unici documenti da presentare sono un certificato medico di buona salute, un documento di identità e una lettera di presentazione personale da mostrare alla famiglia ospitante.
In base alla disciplina vigente nell’Unione Europea, è possibile permanere in Irlanda fino a tre mesi con il preciso scopo di ottenere un lavoro, senza bisogno di disporre di alcuna autorizzazione.
Chi abbia intenzione di soggiornare per più di tre mesi, è tenuto a chiedere la carta di soggiorno: viene rilasciata su presentazione del documento di identità e di una dichiarazione di assunzione del datore di lavoro o di un attestato di lavoro.
Secondo quanto stabilito dall’Accordo di Strasburgo, i diritti e i doveri della persona collocata alla pari, e di conseguenza i diritti e i doveri della famiglia ospitante, devono essere concordati per iscritto, preferibilmente prima che l’au pair abbia lasciato il Paese nel quale risiede o, al più tardi, durante la prima settimana del collocamento.
Una copia di tale accordo sarà depositata in Irlanda presso l’autorità competente o presso l’organismo da essa designato. Il contratto tradizionale prevede almeno cinque ore lavorative al giorno più alcune ore serali di baby-sitting e un giorno interamente libero alla settimana.
Tuttavia l’impegno lavorativo può arrivare anche a cinquanta ore a settimana, a seconda degli accordi stabiliti con la famiglia ospitante. Lavorando alla pari si ricevono, in cambio del servizio prestato presso la famiglia ospitante, vitto e alloggio e, quando possibile, l’uso di una camera individuale, nonchè un piccolo compenso variabile a seconda delle ore lavorative che viene chiamato pocket-money o argent-de-poche.
L’au pair deve disporre di tempo sufficiente per seguire corsi di lingua e perfezionarsi sul piano culturale e professionale e avere la possibilità di partecipare alle funzioni della propria religione.
Prevede un impegno di cinque ore giornaliere, più due/tre sere di baby sitting e un giorno interamente libero la settimana, più due/tre pomeriggi e tre/quattro sere.
Prevede tre ore giornaliere di lavoro più due/tre sere di baby sitting e un giorno libero la settimana: il demi-pair plus ha la variante di quattro ore al giorno di impegno.
Quaranta ore lavorative settimanali più due/tre sere di baby sitting.
E’ un impegno lavorativo di cinquanta ore più due/tre sere di baby-sitting settimanali
L’ Aiuto-Madre è una figura professionale ben precisa e qualificata, che ha conseguito l’esame di puericultrice e dispone di una corposa esperienza nella cura di bambini. Per questo motivo queste figure sono in grado di occuparsi di bambini 24 ore su 24: non sono ragazze che si arrangiano per fare un’esperienza all’estero, ma esperte che fanno di questa occupazione una professione a tempo pieno.
Dispongono infatti di conoscenze nell’ambito della psicologia infantile e delle Scienze dell’educazione. La differenza sta proprio nel livello di preparazione: le classiche ragazze au pair infatti non hanno queste conoscenze ma sono giovani che hanno appena finito la scuola e che convivono con la famiglia come una sorella maggiore che si occupa dei piccoli in maniera spontanea. Di conseguenza anche il carico di lavoro di un’Aiuto Madre sarà più impegnativo e la retribuzione molto più consistente.
Per cercare un lavoro alla pari, il punto di partenza è rivolgersi ad agenzie o organizzazioni private che si occupano del settore.
Il loro ruolo è quello di essere intermediari tra le famiglie che necessitano di giovani alla pari ed i candidati. Queste agenzie di regola richiedono per il servizio una quota di iscrizione che può essere variabile. Ogni agenzia è spesso specializzata nel collocamento in specifiche zone.
Un altro modo per avere informazioni sulle eventuali offerte è quello di rivolgersi agli sportelli Eures, che sono servizi pubblici diffusi su tutto il territorio Europeo con il compito di gestire la domanda e l’offerta di lavoro per l’estero.
Inoltre si possono consultare gli annunci che periodicamente appaiono sui giornali italiani più o meno specializzati, o su pubblicazioni straniere europee, anche telematiche.
via XX Settembre 20/124 – 16121 Genova (GE)
www.arceaupair.it
via Sante Vincenti 46 – 40138 Bologna (BO)
www.au-pair-international.com
corso Italia 6 – 20122 Milano (MI)
www.becasse.it
via Sant’Antonio da Padova 14 – 10121 Torino (TO)
www.celticchildcare.com
piazza Sant’Alessandro 2 – 20123 Milano (MI)
www.euroeduca.it
viale Bruno Buozzi 19 – 00197 Roma (RM)
www.euroma.info
via De Gasperi 2 – 14100 Asti (AT)
www.experimentitalia.it
strada 61, 12 Poggio dei Pini – 09012 Capoterra (CA)
www.indirizzoinghilterra.it
via Como 27
23807 Merate (LC
www.ihteamlingue.it
via Postcastello 7 – 21013 Gallarate (VA)
www.3esse.com
piazza Cannicci 4 – 50018 Scandicci (FI)
www.vusk.it
corso Moncalieri 337 bis – 10133 Torino (TO)
www.welcomeagency.it
via Franchetti 4 – 20124 Milano (MI)
www.wep-italia.org
via Burlamacchi 8 – 20135 Milano (MI)
www.worldtravellers.it
8 Carysfort Avenue – Blackrock – Co. Dublin
www.breslininternational.ie
6, Church Road – Malahide – Co. Dublin
http://indigo.ie/~ice/aupair.html
110, Grafton Street – Dublin 2
www.sti.ie
205, New Street Mall – Malahide – Co. Dublin
www.u-learn.ie